Un fenomeno che risulta dilagante soprattutto tra i giovani adolescenti è il gioco d’azzardo, che può rappresentare un problema non solo individuale ma anche sociale e può diventare una vera e propria dipendenza.
Il gioco, è il motore della vita: si gioca da quando si è piccoli e si prosegue per tutta la vita; giocare è uno strumento che permette di sperimentare libertà, creatività, apprendimento di regole e ruoli, sospendendone le conseguenze reali. Con la dipendenza, però, si incorre nel rischio opposto: costruire una vera e propria prigione in cui il Sé rimane intrappolato e da cui è difficile, ma non impossibile, uscirne.
L’età di inizio, come per tutte le forme di dipendenza, risulta essere un importante fattore predittivo per lo sviluppo della patologia: più si inizia precocemente, maggiore è il rischio di dipendenza.
L’insorgenza del disturbo in età adolescenziale fa sì che il gioco si radichi come elemento strutturale della personalità in via di sviluppo.
È opportuno fare una distinzione al fine di evitare confusione: non tutti i giocatori d’azzardo sono giocatori patologici.
La dipendenza da gioco viene definita un comportamento persistente e ricorrente quando il giocatore (in questo caso adolescente) presenta almeno cinque dei seguenti criteri (DSM-IV Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali):
- E’ preoccupato a causa del gioco (senso di preoccupazione per gli ostacoli creati dal gioco o per il modo di procurarsi denaro per il gioco)
- Ha bisogno di puntare somme di denaro sempre più alte per raggiungere l’eccitazione desiderata.
- Presenta irrequietezza o irritabilità quando tenta di interrompere o cessare l’attività di gioco.
- Gioca per cercare di sfuggire da problemi o per alleviare un umore disforico (sensi di impotenza, di colpa, ansietà, depressione).
- Dopo una perdita al gioco spesso torna a giocare il giorno dopo per “rifarsi”.
- Mente ai membri della propria famiglia o ad altri per dissimulare la portata del proprio coinvolgimento nel gioco.
- Spende molto più denaro per il gioco di quanto abbia preventivato (perdita di controllo).
- Ha commesso atti asociali o illegali, quali spendere i soldi dell’autobus o del pranzo a scuola, rubare a casa o fuori casa, per finanziare il proprio gioco.
- Ha litigato con la famiglia o ha marinato la scuola a causa del gioco.
Perché il gioco d’azzardo è così in aumento nel mondo giovanile?
L’adolescenza è l’età del cambiamento, come la stessa etimologia della parola implica: adolescere significa crescere. Rappresenta letteralmente una fase di passaggio dall’infanzia all’età adulta: l’adolescente non è più un bambino e non è ancora un adulto. Questo fase può essere un periodo delicato di ricerca della libertà senza ancora aver strutturato comportamenti di responsabilità.
Perché gli adolescenti giocano?
Le motivazioni possono essere diverse:
- perché sono alla ricerca della sperimentazione,
- per la voglia di sfida,
- per l’illusione di poter vincere,
- per il divertimento,
- per lo svago,
- per sfuggire dalla quotidianità e dai problemi.
Inoltre, il diffondersi dell’utilizzo della Rete, ha portato ad un incremento del gioco d’azzardo on line perché:
- consente l’anonimato,
- può essere nascosto agli occhi dei familiari,
- non ha limiti temporali e spaziali,
- ha ridotti tempi di attesa (minori intervalli tra le giocate e risultati immediati).
Inoltre il gioco d’azzardo, come le trasgressioni, viene vissuto in adolescenza come un mezzo per differenziarsi, tuttavia se diventa un comportamento reiterato non fa altro che perpetuare la dipendenza.
Il gioco d’azzardo ha anche una componente contenitiva soprattutto se svolto in gruppo, è importante in tal senso non demonizzare i luoghi di aggregazione (es. bar, centri commerciali) ma investire sulla prevenzione.
I giochi preferiti dagli adolescenti sono prevalentemente le slot machine e la lotteria nazionale (gratta e vinci, estrazione), a seguire i giochi di carte e le scommesse sportive. Spesso tra i loro famigliari c’è un giocatore, legato alle lotterie (superenalotto, lotto, estrazione). I soggetti più a rischio sono i maschi con un reddito famigliare medio-alto, spesso figli di giocatori compulsivi. Per questo motivo si è evidenziato che occuparsi della cura dei giocatori adulti è anche un atto di prevenzione verso i loro figli.
Cosa si può fare per arginare il fenomeno?
Le conseguenze del gioco problematico giovanile sono notevoli e con grandi ripercussioni, la più evidente è l’alto dispendio di denaro che spesso non proviene solamente dalle paghette dei genitori ma a volte vengono messi in atto i primi comportamenti che rilevano uno scarso interesse verso gli altri e le proprietà altrui come i piccoli furti che poi per “bisogno” si ripetono e possono diventare via via più sistematici.
Indicativamente, si possono considerare campanelli d’allarme la presenza di difficoltà scolastiche, le assenze frequenti e ingiustificate, e gli atteggiamenti strani nei confronti del denaro.
Dato il continuo aumento di ragazzi che, sempre in età più precoce, sviluppano una dipendenza da gioco, è fondamentale un intervento di prevenzione primaria e secondaria, al fine di promuovere una corretta informazione sul fenomeno per intervenire per tempo, prima che un comportamento occasionale sfoci in una vera e propria dipendenza comportamentale.
E’ molto importante lavorare sul concetto di percezione del rischio che spesso non viene associato al gioco.
Sono efficaci i gruppi di auto-aiuto (Giocatori Anonimi), che prevedono un percorso specifico per il superamento della dipendenza legata al gioco o si possono fare percorsi psicoterapeutici individuali.
E’ fondamentale che si lavori nell’ottica di contenere l’adolescente e supportarlo in una sperimentazione consapevole basata non solo sulla ricerca della libertà ma anche sulla assunzione di responsabilità.
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