“Nel mondo contemporaneo le preoccupazioni estetiche per l’immagine del proprio corpo si concentrano soprattutto sul peso e sul grasso. Molte persone grasse si vergognano dolorosamente di esserlo. Molte persone magre si sentono grasse senza esserlo” (Cuzzolaro 2004).
Nonostante nel 1992 il Ministero della Salute, sulla base di dati scientifici, abbia affermato che “le diete fanno male”, ancora oggi la fabbrica del dieting continua a proporre diete miracolose facendo leva sul fatto che nella nostra società il peso:
- diventa elemento di paragone per valutare se stessi,
- assume connotazioni sociali positive,
- viene visto come strumento per risolvere i problemi.
In realtà non solo la dieta ipocalorica è inefficace, in quanto la perdita dei chili non dura nel lungo periodo e si assiste all’effetto yo-yo, ma sembrerebbe che la maggior parte dei problemi riguardanti il controllo e la gestione del peso corporeo, dipendano da metodologie errate, tra queste le diete molto restrittive a basso contenuto calorico.
E’ importante sapere che le diete alterano il metabolismo. Quando con una dieta fortemente ipocalorica, o con il digiuno si cerca di avere un calo di peso senza aiutarsi con un’attività fisica, si abbassa il metabolismo per via del risparmio energetico. Mettersi a dieta significa attivare il “sistema ancestrale dell’uomo delle caverne”. Il nostro organismo, infatti, vive le diete come momenti di carestia quindi per evitare i danni conseguenti ad una scarsa nutrizione, quando si inizia una dieta ipocalorica il corpo comincia ad assimilare tutto quello che viene ingerito e ne trasforma
Perché andiamo alla ricerca delle diete?
Buona parte in grasso adiposo invece che in grasso energetico (in questo modo la massa muscolare diminuisce e aumenta la massa grassa). Normalmente le persone che affermano “sono grasso perché il mio metabolismo è lento”, cercano di risolvere il problema con il digiuno o con una ferrea privazione alimentare senza sapere che spesso, drastiche ed improvvise riduzioni caloriche, possono mettere il metabolismo in stand by. In questo modo, quindi, non viene utilizzata la riserva di energia introdotta che inevitabilmente si trasforma in grasso. Dobbiamo fare in modo che il metabolismo utilizzi le calorie ingerite trasformandole in energia utile per le funzioni vitali, evitando così l’accumulo di grasso e di peso non necessario.
Il cattivo funzionamento del metabolismo è dovuto alle abitudini.
Alla nascita, infatti, i processi chimici operano in tutti allo stesso modo. I bambini possiedono un meccanismo di regolazione della fame e della sazietà ben equilibrato, sono dotati di competenze e preferenze ma mancano di esperienze. E’ in seguito ad abitudini sbagliate, quali sedentarietà, eccessivo consumo di dolci e grassi, stare davanti alla tv, che il metabolismo si altera.
Spesso alla parola dieta attribuiamo significati negativi, in quanto intendiamo una riduzione dell’assunzione dei cibi, dovuta sia ad uno stato patologico (per esempio diabete) sia ad un eccessivo accumulo di grasso nel corpo.
In realtà l’etimologia della parola “dieta”, deriva dal greco “diaita” che significa “modo di vivere, stile di vita”. Possiamo dunque affermare che la dieta è alimentazione equilibrata e consapevole, caratterizzata da giuste abitudini di vita che non solo permette di soddisfare il fabbisogno nutritivo ma è importante che permetta di mangiare con piacere.
Ma che cosa significa per noi dieta? Perché mangiamo anche se non abbiamo fame?
Mangiare è un comportamento molto complesso che non dipende esclusivamente da bisogni fisiologici, ma che coinvolge altri fattori meno evidenti da individuare.
Se prendiamo peso è perché mangiamo a prescindere dai segnali della fame. Spesso i motivi che ci spingono a mangiare hanno a che fare con la noia, la tristezza, la solitudine, il senso di vuoto, la rabbia, sensazioni che cerchiamo di mandare via servendoci del cibo. Ciò spiega ancora meglio il motivo per cui le diete non riescono a funzionare.
Per esempio attraverso il counseling psicologico è possibile avere una visione individualizzata e personalizzata di quelle che sono le abitudini alimentari del cliente. Non si impone un sistema diregime alimentare ma si lavora con un approccio correttivo. Si cerca di rieducare all’idea corretta di dieta, che è stata alterata dai media e dalla fabbrica del dieting. L’alimentazione è una delle basi fondamentali della nostra vita quindi, la sua corretta conoscenza può aiutarci a vivere meglio e a lungo.
L’obiettivo è arrivare ad un’alimentazione che risponda al fabbisogno biologico segnalato dalla fame-sazietà. Ciò è possibile con l’ausilio di strumenti semplici, quali per esempio il diario alimentare, che permette allo psicologo di monitorare ed osservare il comportamento alimentare del cliente ed a quest’ultimo di entrare in contatto con le proprie emozioni.
Perché iniziare un percorso di counseling psicologico? Il comportamento alimentare è un comportamento e come tale è di competenza psicologica. Le abilità dello psicologo permettono di individuare comportamenti scorretti e le motivazioni che li alimentano come per esempio:
- Le abitudini
- I significati che l’individuo dà al cibo
- Le credenze su ciò che fa o non fa ingrassare
- Le associazioni tra cibo ed emozioni
- Lo stile di vita compresa l’attività fisica.
Cosa è il counseling psicologico?
Con un percorso di counseling psicologico si porta il cliente a riflettere sul suo comportamento alimentare e si cerca di lavorare su piccoli cambiamenti attraverso un trattamento correttivo ed educativo al fine di arrivare ad un’alimentazione che risponda al fabbisogno biologico segnalato dalla fame e dalla sazietà. Durante un percorso di counseling psicologico è importante indagare la motivazione del cliente e definire insieme gli obiettivi da voler perseguire. Non viene suggerito al cliente quello che deve o non deve mangiare ma si interviene sul perché mangia e si cerca di modificare le componenti emotive che influenzano il comportamento alimentare.
Cambiare le proprie abitudini alimentari significa migliorare la qualità di vita. Ovviamente prima di iniziare un percorso di counseling lo psicologo deve verificare lo stato di salute del cliente e qualora presentasse patologie fisiche inviarlo da un medico specialista.
BIBLIOGRAFIA
- Marie Belouze-Storm, 2007, In forma senza diete, Morellini.
- Cuzzolaro M, 2004, Anoressie e Bulimie, Mulino.
- Fletcher Ben; Pine Karen; Penman Danny, 2006, La dieta senza dieta, Corbaccio.
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3 Responses to "Dimagrire o non dimagrire? Questo è il problema"
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Questo si che è un e-book da leggere…
Grazie! Ci piace produrre e continueremo a pubblicare nuovi articoli 😉 a presto!
OTTIMA INIZIATIVA QUELLA DI FAR RAGGIUNGERE IL GIUSTO PESO NON CON I DIGIUNI MA INTERVENENDO SUL "PERCHE' SI MANGIA TROPPO E MALE SIN DA BAMBINI"…DA NON DIMENTICARE CHE LA VITA CI INSEGNA CHE CHI E' PARCO VIVE DI + E MEGLIO. BUONA VITA A VOI, FRANCA