Il work-life balance (acronimo WLB) indica la conciliazione tra la vita personale e la vita professionale. É un concetto ed una pratica che nasce, si sviluppa e si traduce nella necessità di trovare il giusto equilibrio tra ciò che possiamo realizzare sul lavoro e quanto possiamo ottenere in qualità di vita nel tempo di non-lavoro.
Infatti sebbene possa esserci una stretta correlazione tra la nostra vita lavorativa e la nostra vita al di fuori del lavoro, spesso non si crea corrispondenza tra questi due ambiti, con il rischio che il lavoro si intrometta nella vita privata e/o viceversa.
Cosa può comportare lo sconfinamento della sfera professionale in quella personale?
Almeno una volta nella vita ognuno di noi ha avuto l’impressione di essere un’equilibrista, costretto a districarsi tra impegni di lavoro, figli, cura della casa, intessi personali. Tutto questo può generare ansia legata alla perdita di controllo e momenti di stress e tensione, oltre alla sensazione negativa che non si ha mai abbastanza tempo per fare tutte le cose che desideriamo.
In cosa consiste il work-life balance?
Si parla per la prima di work-life balance in America verso al fine degli anni 70. Il work life balance si traduce in interventi volti ad esempio a fornire ai collaboratori indicazioni per risolvere problemi personali o relativi alla gestione del tempo libero, consentendo al lavoratore di vivere in un ambiente di lavoro gradevole. Strumenti di work-life balance possono essere:
- gestione dell’orario di lavoro (es. part-time, elasticità nell’orario di lavoro),
- forme di lavoro alternativo (come il tele-lavoro che consente di poter lavorare da casa),
- servizi al lavoratore (e di conseguenza alla famiglia). Fanno parte di interventi di work-life balance sia servizi come la mensa e l’asilo aziendale, la palestra, la lavanderia, sia supporti consulenziali (ad esempio di tipo finanziario, psicologico, pratico per le attività quotidiane).
Perché è importante il work-life balance?
- In primo luogo perché è un forte stimolo alla crescita e allo sviluppo di un paese: se le famiglie scelgono di fare figli e vogliono allo stesso tempo lavorare, possono farlo solo se ci sono degli strumenti adeguati (asili nido, sostegni all’occupazione per donne con figli, congedi parentali, possibilità di fare telelavoro).
- Arrivare a un work-life balance corretto è cruciale anche per il benessere dei bimbi. Come rileva l’Ocse, un buon equilibrio tra tempo di lavoro e tempo dedicato alla famiglia riduce lo stress dei papà e delle mamme: una cosa che avvantaggia sia le relazioni genitori-figli che quelle genitore-genitore. Tuttavia, nei paesi Ocse, un buon bilanciamento tra famiglia e carriera viene raggiunto solo quando i bambini crescono: il 66% delle mamme inizia (o riprende) a lavorare dopo che i figli raggiungono l’età per andare a scuola.
- Un altro aspetto significativo del work-life balance è la quantità di tempo che i lavoratori passano a lavoro. É stato ampiamente riscontrato che lavorare per molte ore può compromettere la salute, mettere a repentaglio l’incolumità e accrescere il tasso di stress. Inoltre, più tempo si passa a lavoro, meno tempo si ha a disposizione per dedicarsi ad altre attività e allo svago. La quantità e la qualità del tempo libero è un fattore che incide sul benessere complessivo delle persone.
A che punto siamo in Italia riguardo alla questione del bilanciamento vita-lavoro?
La gestione del work-life balance all’interno del contesto lavorativo è appannaggio del datore di lavoro. Nel complesso, nella classifica sul tema stilata dall’Ocse, il nostro paese è solo al 26° posto tra Polonia e Irlanda, mentre le prime posizioni sono occupate da Danimarca, Norvegia e Olanda.
Raggiungere un adeguato work-life balance, non è importante solo per migliorare le proprie condizioni di vita, è un traguardo fondamentale per il benessere sociale ed economico di tutta una comunità.
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